Nicoletta tiberi / Founder
Da dove salto fuori
Mi sono laureata in Ingegneria Edile – Architettura nel 2019 e da quella data lavoro nell’ambito dell’edilizia come progettista.
Dal mio primo giorno in università, il percorso di studi scelto mi ha appassionata sempre di più.
Ero affascinata da come l’architettura potesse plasmare lo spazio per renderlo abitabile e percepibile in infiniti modi diversi;
ero sempre più curiosa di capire come gli edifici progettati potessero tenersi in piedi grazie ai principi della fisica applicata all’ingegneria civile, fin dalle più antiche costruzioni.
Mi ero immaginata di lavorare un giorno per plasmare gli spazi e migliorarne la percezione e l’utilizzabilità.
Poi arriva il mondo del lavoro, e inizio a confrontarmi con diverse realtà, sia in Italia che in altri paesi europei.
Ho lavorato per anni come ingegnere strutturista, rendendomi sempre più conto che
quello a cui aspiravo sui banchi universitari purtroppo non esisteva.
Oggi il mondo del lavoro è concepito come un mondo in continua accelerazione,
dove non conta fare bene ma semplicemente fare molto.
Il criterio che spesso guida i professionisti è la quantità, ossia produrre con la maggior velocità possibile dei prodotti che rispondano alle logiche del mercato e non del buon costruire.
Tutto si riduce a CORRERE, PRODURRE, GUADAGNARE, in perfetta assonanza con i dictat della società capitalista in cui viviamo!
- La mia vision -

CURA DELLA QUALITÀ
Credo nella necessità di un RITORNO alla LENTEZZA, e alla RIFLESSIONE.
Ho avuto spesso l’impressione che chi progetta lo faccia adottando la modalità del “minimo sforzo e massima resa”. Non con l’obiettivo di creare qualcosa che abbia un valore, ma solo per garantire la minima qualità richiesta e portarne a casa il fatturato nel massimo risparmio di tempo e lavoro.
Nessuno sforzo innovativo, non una visione ampia del problema. Un lavoro limitato agli aspetti che direttamente ci coinvolgono, ignorando l’interazione di questi con altri sistemi, come l’ambiente, lo spazio, le culture.
Un sistema complesso come un edificio necessita di un lavoro ragionato e ponderato in tutte le sue parti.
Esso non può essere assolutamente assimilato a qualcosa da produrre in serie con il minimo spreco di risorse possibili, a meno che non ci si accontenti di un risultato del tutto scadente.
Ritorno alla lentezza significa per me il ritorno al ragionamento ponderato. Penso che il mio sia un mestiere che richieda riflessione, e la riflessione richiede tempo.
Non voglio diventare un ingranaggio del sistema capitalista, che punta a lavorare con il solo scopo del denaro.
Lavoro per creare qualità e non quantità,
contro l’iperproduttività della nostra società!
ATTENZIONE ALLA SICUREZZA
Un aspetto che purtroppo viene spesso trascurato nella progettazione, a favore di un risparmio in termini di costi e dunque di un maggior guadagno, è proprio la sicurezza.
L’Italia è una nazione sismica, e come tale ha bisogno di professionisti che non si limitino a seguire pedissequamente i dettami della normativa.
Le norme sono spesso approssimate, ci danno dei limiti per la progettazione sui quali però non possiamo riporre la piena fiducia.
Se poi il progettista cerca di trovare il cavillo che gli permette di non applicare quei limiti, abbiamo la ricetta per il disastro.
Il concetto di lavoro ad opera d’arte, oggi perduto, impone una riflessione in più sul funzionamento delle strutture.
Un bravo ingegnere si affida all’osservazione prima che al calcolo, consapevole che i principi statici non sono sempre adeguatamente descritti dal solo risultato numerico.
Ho vissuto in prima persona il terremoto dell’Aquila nel 2009 ed ho constatato con i miei occhi cosa significa fare errori di valutazione nel progettare o anche modificare una struttura esistente.
C’è bisogno di un lavoro collettivo e di presa di responsabilità ogni volta che ci approcciamo alla ristrutturazione di un edificio esistente, tenendo sempre a mente l’obiettivo di rendere il patrimonio immobiliare italiano più sicuro.
Per non piangerci addosso dopo l’ennesima calamità naturale. Perchè prima o dopo, arriva il conto delle scelte che facciamo oggi sui nostri edifici!


AMORE PER IL DETTAGLIO
Con le competenze acquisite in questi primi anni di lavoro e studio, sono in grado oggi di concepire un progetto a partire dalle sue fondamenta, fino al dettaglio di design del mobile.
Persona dinamica e creativa fin da bambina, non voglio tralasciare alcun aspetto nella realizzazione di un’opera, affincando alla solidità di una struttura funzionale, lo studio degli spazi e dell’arredo interno, per rispondere alle esigenze del committente nel modo migliore possibile.
Le nostre città hanno bisogno di bellezza!
Mi ero immaginata la mia professione come un qualcosa di diverso, e vorrei provare a dargli forma...
Grazie a chiunque mi darà fiducia.
Non solo Ingegneria...
Essere ingegnere non mi definisce come persona!
Sono tante altre passioni e ideali.
E’ importante che nella mia vita ci sia spazio per ognuna di queste!

Sostenibilità

Antispecismo

Montagna

Società umana
Non solo ingegneria…
“Sono un’attivista, ambientalista, appassionata di montagna e viaggi sostenibili.
Questo sito è l’intersezione di più ambiti e tematice che mi stanno a cuore”